Laghetto Cigno

L' attrezzatura

L' attrezzatura

LE CANNE

Ad oggi sono sette le canne da bombarda ed ognuna di esse con una spiccata personalità tecnica. Di base sono tutte potenti ma, in maniera differente da modello a modello per consentire all'azione di entrare in gioco nella fase cruciale della pesca. Le dosi di potenza e d'azione inserite in ogni modello, ne determinano la personalità che può essere sbilanciata o più verso l'una o più verso l'altra.
 Questo sbilanciamento è anche la caratterizzazione che distingue le canne per la pesca in superficie da quelle per la pesca in profondità. Infatti, la potenza oltre che per il lancio, serve anche nella pesca estiva in profondità dove, il peso della bombarda e la pressione dell'acqua, mettono in sofferenza la cima.
L'azione invece, aumenta il grado di sensibilità dell'intera canna e soprattutto aiuta il pescatore a meglio trasmettere all'esca le stimolazioni della tremarella. Da ciò si capisce che, a parità di potenza, in estate occorre un tipo di canna mentre in autunno, un'altra.
 Le sigle che distinguono le varie “ personalità ” di canna, fanno esclusivo riferimento all'azione. I dati di potenza invece, sono normalmente scritti sul retro della base ma, attenzione, non sempre sono credibili specialmente quando il range tra minimo e massimo è troppo ampio.
“ 42 L ” = Light (Leggera) è questa la canna ad azione più parabolica. “Libidinosa” nella pesca a galla con bombardine di 6 – 10 grammi di peso.
“42 ML” = Medium Light (Medio Leggera) - azione e potenza ottimali: 10- 15 grammi nella pesca a galla, 10 grammi nella pesca in profondità.
“ 42 M ” = Medium (Media) – azione e potenza ottimali: 15- 20 grammi nella pesca a galla; 15 grammi nella pesca in profondità.
“43 o 44 MH” = Medium Heavy (Medio Pesante) – azione e potenza ottimali: 20- 25 grammi nella pesca a galla; 20 grammi nella pesca in profondità. La “43MH” ha una cima ed un portacima con un'azione leggermente più morbida della “44MH” e quindi è molto più adatta nella pesca di superficie e di mezz'acqua quando occorre stimolare la trota con la tecnica della tremarella.
“45 LD” = Long Distance (Lunga distanza) – da questa canna in poi, prevale la potenza sull'azione quindi, la potenza ottimale di questa canna è di 30 grammi .
“45 HLD” = Heavy Long Distance (Lunga Distanza pesante) potenza ottimale 35- 40 grammi anche se tranquillamente consente di pescare con 5 grammi in più ed in meno.
“45 HHLD” = Heavy Heavy Long Distance – potenza ottimale per guadagnare davvero sulla distanza di lancio rispetto al modello precedente è 45- 50 grammi .

Il numero che precede le lettere sta ad indicare la lunghezza della canna; esempio: 42 = 4,20 metri .
Questo indipendentemente dal tipo di canna, telescopica o ad innesti. Ed a questo proposito, quale delle due? Anche per le canne da bombarda vale lo stesso discorso fatto per le canne da piombino, tecnicamente sono meglio quelle ad innesti: fusto sottile che più velocemente “taglia” l'aria nella fase di spinta del lancio, “ spina ” in dirittura naturale che garantisce nerbo e precisione nella mira, anelli sempre allineati che fluidificano la fuoriuscita del filo, curva perfetta, eccezionale reattività agli impulsi della tremarella e grande affidabilità. Ma, anche le telescopiche d'oggi, non scherzano purché montate con anelli di qualità.

LA SPINA
Ogni segmento di canna è costruito avvolgendo del tessuto in carbonio su di un mandrino. La saldatura o giunzione dell'ultimo strato da luogo ad una riga longitudinale chiamata spina. Un vero e proprio punto di forza che richiama alla memoria la spina dorsale del corpo umano. Se diritta permette di fare cose incredibili, se storta invece, di star male. Lo stesso vale per la canna che dà il meglio di sé in termini di potenza, di precisione di lancio e di tremarella, con le spine allineate. L'operazione di allineamento va fatta prima di montare la canna e la posizione ideale delle spine è opposta a quella degli anelli. Ma come trovare le spine? Nei pezzi grossi e rigidi, osservando attentamente il tessuto in carbonio. Si deve vedere una sottile linea longitudinale che corre lungo il pezzo. Nei pezzi piccoli e flessibili invece, quali il cimino tubolare ed il sottovetta, la spina è rilevabile soltanto con la loro flessione e rotazione. Il punto spina sarà quello dove la flessione risulterà più resistente.

CONSIGLIO PER GLI ACQUISTI
Le canne fondamentali per la pesca con la bombarda sono tre, che possono ridursi a due se i laghi del proprio territorio non richiedono il lancio a lunga distanza. Sono: la “42 ML”, la “ 42 M ” e la “43 MH”. Le altre vanno a completare specifiche esigenze: la “ 42 L ” è per godere in pesca con i fili sottili, la “44 MH” per la pesca in profondità estiva e le tre “LD” (Long Distance) per i grandi laghi dove spesso occorre lanciare oltre i cento metri.

Anellatura della canna telescopica.
Dall'anellatura dipende la “salute” e l'efficienza della canna stessa. Per non metterla a rischio di rotture o per non alterarne le caratteristiche tecniche da nuda, bisogna sposarla ad anelli di qualità prestando attenzione alla loro misura e quantità.
Ma, non solo. Bisogna anche evitare le legature troppo spesse e gli scorrevoli inutili.
Gli anelli migliori sono sicuramente i “ S.I.C .” della Fuji ma, costano un occhio della testa. Vale la pena montarli sempre come apicale e, se si vuole, sulle canne molto potenti. Garantiscono: sicurezza all'usura, una maggiore scorrevolezza ed un minor surriscaldamento del filo in tensione. Sulle altre canne invece, vanno benissimo gli anelli standard sempre della Fuji che oggi come oggi, hanno poco da invidiare ai nobili SIC. Il tipo consigliato è: a ponte medio-alto su tutte le canne fino alle “MH” (comprese quelle da piombino) e, a ponte basso, sulle più potenti.
Ma quanti ce ne vogliono?
La regola dice: Tanti quanti ne bastano al filo per seguire la parabola della canna sotto sforzo. Non uno di più, non uno di meno.
Posizione obbligata è la sommità d'ogni sezione dove l'anello diventa solidale con il fusto, da ponderare invece, quella degli anelli scorrevoli.
Per capire esattamente dove vanno messi gli scorrevoli, bisogna flettere al massimo la canna e piazzare uno scorrevole fra un anello fisso e l'altro, dove si vede il segmento di canna inarcarsi troppo.
Raramente si mette uno scorrevole sul terzo pezzo ma, non è da escludere a priori: dipende dall'azione della canna.
La “ L ” e la “ UL ” ne sono l'esempio.
Obbligatori invece, sono gli anelli scorrevoli sul cimino e sul portacimino per via dell'enorme carico di lavoro cui, questi sono costretti a sopportare durante il salpaggio al volo della cattura. Importante però, è non esagerare nell'uno o nell'altro verso.
Metterne troppi potrebbe sbilanciare la canna in avanti mentre, metterne pochi, rischiare la rottura del pezzo.
NON TOCCATE I GIUNTI A SPIGOT di una canna ad innesti
Al momento di assemblare una nuova canna ad innesti, raramente si riesce a far penetrare completamente il giunto maschio (spigot) nel giunto femmina. Rimane sempre fuori un tratto di uno o due centimetri. E' giusto così. Non cercate di forzare le parti e neppure pensate di carteggiare il maschio per far combaciare i due pezzi. Questo spazio è il margine di sicurezza che garantisce una più lunga vita alla canna.
I giunti maschio e femmina sono in carbonio e lo sfregamento dell'apri e chiudi li consuma.
I due centimetri circa lasciati dal progettista servono per compensare l'usura data dal tempo.


IL MULINELLO

Inizialmente è bene chiedersi: qual'è il compito cui deve assolvere il mulinello? 
Contenere il filo e permettere il lancio e il recupero. 
Bene, ce ne sono alcuni che è già molto se contengono il nylon e lo avvolgono, ma ne esistono anche altri equipaggiati con tutte le innovazioni che la tecnologia ha messo a punto in questi ultimi tempi.  Infatti, fino a qualche anno fa i mulinelli erano costruiti tutti nello stesso modo. La bobina alloggiava in una girante che ricordava, per la sua forma un bicchiere. Ma dopo ci si accorse che questi mulinelli erano tutt'altro che funzionali, dato che causavano inestricabili parrucche di nylon. Le imprecazioni di migliaia di pescatori che si trovavano ogni volta a doverle sbrogliare convinsero le ditte ad incominciare a costruire modelli a bobina esterna.

Il problema sorse quando ci si accorse che la forma della bobina non andava bene. Infatti prima si prediligevano quelle basse e larghe, ma bobine alte e strette avrebbero richiesto giranti troppo voluminose rendendo l'attrezzo scomodo da usare. La bobina esterna doveva avere una forma più compatta, tendente a quella di un quadrato. Di qui tutti gli studi portarono, dopo qualche anno, alla progettazione di bobine coniche, quelle che vanno per la più oggi.

La loro forma, piuttosto allungata, simile a quella di un cono gelato segato a metà, permette al nylon in uscita di incontrare minore attrito e quindi di lanciare meglio e con minor sforzo arrivando ben oltre la distanza che sarebbe possibile raggiungere con una bobina tradizionale. Ma la conicità ha anche rivelato uno svantaggio, e cioè la facilità nel provocare parrucche dovute al fatto che le spire di nylon tendono a scivolare in avanti sovrapponendosi. A questo inconveniente si è rimediato introducendo un'altra miglioria tecnica: il recupero a spire incrociate o a doppio passo.

MULINELLI PER LA PESCA IN LAGHETTO

Nella pesca a striscio il mulinello svolge un ruolo estremamente importante a differenza di altre tecniche dove si può considerare di seconda priorità. Dal suo corretto funzionamento dipendono, infatti, tutte le azioni di pesca, dai lanci della lenza al recupero della preda. Per poter affrontare questa notevole mole di lavoro, il mulinello deve possedere dei meccanismi e caratteristiche di ottimo livello. 

Fra i tanti modelli sul mercato, ce ne sono alcuni veramente perfetti per le esigenze dello striscio in cava. Il problema, se non si pratica questa pesca già da qualche tempo, è casomai quello di capire quali sono i più adatti al tipo di necessità che noi abbiamo. Provate a entrare in un negozio e chiedere un mulinello da "laghetto", potreste sentirvi consigliare la quasi totalità dei modelli esposti sui ripiani. Per i mulinelli, infatti, non esiste una specializzazione così grande come per le altre attrezzature.
Le canne per lo striscio leggero, ad esempio, si distinguono per maneggevolezza e per sensibilità, il mulinello da accoppiare loro dovrà quindi possedere le stesse caratteristiche. Dovrà essere uno di quelli concepiti per agevolare il lancio di microzavorre, avere dimensioni piccole o medie e bobina con diametro massimo di 45 mm. 
Il mercato offre due tipi diversi di mulinello che differiscono nella concezione meccanica della sede raccoglifilo: quelli a bobina rotante fig 1.1. e quelli a bobina fissa fig 1.2. 


Fig.1.1 Mulinello a Bobina Rotante


Fig.1.2 Mulinello a Bobina Fissa

In Italia a differenza che negli Stati Uniti prediligiamo i mulinelli a bobina fissa , quindi prenderemo in considerazione maggiormente questi.

Avvolgimento incrociato ... Nel normale avvolgimento di vecchio tipo le spire vengono disposte semplicemente l'una sull'altra, più o meno strette a seconda della trazione. Ne risulta che alcune spire si incastrano in mezzo alle altre frenando il lancio e provocando parrucche durante il lancio successivo. Se nei mulinelli dotati di bobine tradizionali non succede frequentemente è solo perché il fascio di spire è molto sottile. In una bobina conica, invece, è larghissimo e le spire che possono essere trascinate via sono molte di più. Per questo motivo venne introdotto il riavvolgimento incrociato; tramite un doppio movimento di avantiindietro dell'alberino, dispone le spire in senso diagonale e non una accanto all'altra come nel riavvolgimento classico, evitando pasticci. Tenendo conto di quelle che sono le esigenze di lancio nella pesca a striscio in cava, si può subito capire perché una bobina conica e un riavvolgimento incrociato siano di basilare importanza, permettendo alla bombarda di arrivare più lontano grazie alla forma più lunga della bobina e al minore attrito.

Sono abbastanza validi anche quei mulinelli dotati di bobina normale ma piuttosto larga, purché non inserita nella girante, allo scopo di facilitare le lunghe distanze.

Rapporto di recupero... Un altro elemento da tenere in considerazione per la scelta di un mulinello da abbinare a una canna da trota in laghetto è il recupero. Ce ne sono di più lenti o velocissimi ma per questa pesca è meglio restare su un recupero medio. Quelli troppo veloci o lenti non consentirebbero un adeguato controllo del piombo. Un 5:1 (pari a cinque rotazioni per ogni giro di manovella) o un 5,2:1 può essere considerato ottimale, ma qualcuno li preferisce anche più veloci. Importante è che, una volta scelto un rapporto di recupero per un mulinello, lo si mantenga per tutti gli altri che si decide di acquistare. 

Frizione anteriore o posteriore... In alcuni mulinelli questo fondamentale componente è situato davanti, sulla bobina. In altri il comando di regolazione si trova dietro al corpo. Il primo tipo di frizione si chiama anteriore, il secondo posteriore. Tutte e due possono venire usate per questo genere di pesca ma la migliore, in questo caso la più comoda, è senza dubbio quella più amata è la posteriore. 

  • Quando ci troviamo nella situazione di un pesce che mangia a grandi distanze (e capita spesso in laghetto) è sempre meglio avere la frizione tutta chiusa. Ma lasciandola sempre chiusa, anche dopo la ferrata, c'è il rischio di rompere il nylon nel recupero del pesce, soprattutto quando si trova nel sottoriva. Serve, per questo, una frizione che possa essere regolata con la massima velocità e praticità e quella che meglio risponde a tali requisiti è la posteriore. Solitamente la frizione posteriore è regolabile a scatti cui sono abbinati dei numeri. Per tararla sul carico di rottura del filo basta ricordare il numero corrispondente. Altrimenti si può frenare il nylon al momento tenendo una mano sul pomolo di regolazione.

  • La frizione anteriore, invece, non è altrettanto comoda e istintiva perché, dovendola regolare in velocità, si rischia di toccare con la mano il filo che esce dall'archetto. Inoltre non sarebbe pratico tenere continuamente la mano sulla bobina per stringere o mollare filo. Nulla vieta di avere qualche mulinello di un tipo e qualcuno dell'altro secondo le preferenze. Tenere tutta chiusa la frizione, comunque, è una buona abitudine da acquisire anche quando si pratica una pesca come la tremarella, dove il filo fuori non è molto. Una ferrata sicura e potente, anche se non eccessiva, è sempre indispensabile.

Rullino Prendifilo In passato non ci si faceva tanto caso ma oggi il nottolino prendifilo è sempre più curato nella forma. Se una volta addirittura mancava o era costituito da un semplice cilindretto che permetteva al nylon di scivolare durante il recupero, oggi è stato protagonista di un enorme salto qualitativo. Esistono rullini guidafilo con o senza cuscinetto a sfera e, quelli che ne sono dotati, hanno il pregio di possedere una grande scorrevolezza anche quando la trazione è elevata. E' importante che il nottolino ruoti, altrimenti il filo si surriscalda e si rovina. E quando si rovina deve venire sostituito spesso, oltre a non essere più affidabile nei momenti critici. Questo discorso va rapportato soprattutto ai diametri impiegati e, nella pesca a striscio, nylon sono sempre piuttosto sottili per lanciare lontano.

Inoltre il rullino scorrifilo di grande diametro e montato su cuscinetto a sfera permette al nylon di diluire meglio la torsione eventualmente accumulata durante il recupero. Se non possiede il cuscinetto a sfera deve essere costruito, almeno, con materiali molto duri e ben levigati. Il migliore è il Sic, un carburo di silicio lavorato al diamante che, oltre a essere durissimo, possiede un grado di levigatura incomparabile. Ma il prezzo, purtroppo, ne risente non poco. Senza pretendere il meglio, la ceramica, l'allumina e l'hardloy vanno bene comunque. Piuttosto, è meglio scegliere un mulinello che abbia rullino di grandi dimensioni. 
Un grande diametro permette al filo in tensione di essere riavvolto con un angolo meno stretto perché la superficie di contatto è maggiore. Tutto questo si traduce, ancora una volta, in più lunga durata della lenza e minori rischi di rottura.

La Manovella L'ultimo elemento da tenere in considerazione è la manovella. Non deve essere troppo ampia, perché sarebbe scomoda nei recuperi e la pesca a striscio si basa proprio sul continuo lancio e recupero della lenza. Ognuno ha un braccio e una mano differente. Conviene, perciò, provarne qualc'uno diverso fino a trovare il più comodo da usare. Negli ultimi anni sono comparsi sul mercato mulinelli dotati di doppia manovella. Lo scopo è quello di bilanciare il mulinello durante l'avvolgimento e offrire una presa immediata in ogni situazione grazie al fatto di avere due pomoli anziché uno solo. Chi preferisce la tradizionale manovella singola può trovare oggi anche mulinelli equipaggiati con sistema di bilanciamento, che consiste in un peso inserito nel rotore allo scopo di bilanciarne la rotazione. A voi la scelta.

CONSIGLIO...  L'acquisto di un attrezzo è anche questione di gusti e ognuno ha la marca che preferisce. In genere, l'identikit del mulinello ideale per la pesca in Laghetto, secondo noi, è il seguente: peso dai 250 grammi per la pesca leggera ai 350 grammi per quella a distanza; frizione posteriore; bobina in metallo a profilo conico; avvolgimento a spire incrociate; rullino scorrifilo di ampio diametro su cuscinetto a sfera; rapporto di recupero da 5:1 a 5,4:1. Il tutto abbinato a una meccanica montata su almeno tre cuscinetti a sfera per assicurare recuperi fluidi e una buona durata.

La placca portamulinello Le "morbidone" sono corte e maneggevoli: sono attrezzi che non richiedono il lancio forzato a due mani e, pertanto, la placca portamulinello può essere collocata bassa. D'altro canto la "tremarella" richiede che il calcio della canna debba far corpo unico con l'avambraccio e già questo non lascia alternative. Quindi, la distanza che deve intercorrere tra il tallone della canna e il piede del mulinello deve essere all'incirca pari alla lunghezza dell'avambraccio di chi pesca.

Bobina Coperta... Mulinelli a bobina carenata o coperta, come quelli che vediamo in questa pagina, non sono certo fra i più usati per striscio in laghetto. Si tratto, casomai, di modelli molto più adatti alla passata grazie ai vantaggi che offrono nell'uso di nylon particolarmente sottili, soprattutto perché con la bobina coperto è molto difficile formare le fastidiose parrucche. Pensandoci bene, però, questa importante caratteristica può tornare molto utile anche nello striscio leggero invernale, quando si usano nylon dello 0,16 o anche più sottili per lanciare lenze inferiori ai tre grammi.
Un altro vantaggio dei mulinelli a bobina coperta sta nel fatto che per lanciare non è necessario ribaltare l'archetto. Nel caso dei Contact 400 che vediamo qui sopra basta far compiere alla manovella un mezzo giro all'indietro per liberare il filo; ilSarfix Royal Project della Foto in alto a sinistra, invece, ha un comodo pulsante sul davanti che è sufficiente schiacciare per preparare il mulinello al lancio. Entrambi hanno una leva di freno supplementare oltre alla normale frizione.

LE BOMBRADE

Le bombarde per la pesca a striscio della trota possono essere di vari colori, forme e grammature; la domanda che un pescatore si pone quando arriva sul posto di pesca e sempre la medesima:

 "CHE BOMBARDA DEVO USARE OGGI? "

Per rispondere a questa domanda, bisogna considerare innanzitutto in che periodo dell'anno siamo, le condizioni atmosferiche della giornata e guardare attentamente la superficie del lago per individuare le possibili "bollate", indice della presenza delle nostre prede.
Il comportamento delle trote varia sempre a seconda del periodo dell'anno:

  • in inverno si trovano prevalentemente sul fondo vicino a riva ed anche imbrancate a galla, in una porzione d'acqua compresa tra i dieci centimetri ed il metro;
  • in primavera, le troviamo a mezz'acqua;
  • in estate, solo a grandi profondità
  • in autunno, imbrancate e abuliche, a pelo d'acqua.

Si può procedere poi, alla scelta della bombarda che sarà determinante per la battuta di pesca.
Ma ecco che si presenta un altro problema piuttosto complesso. Sulla bombarda ci sono delle indicazioni, che rappresentano il peso complessivo e la galleggiabilità o affondamento in acqua. Inevitabile, a questo punto, soffermarsi un attimo per capire bene cosa significa " galleggiabilità/affondamento ".

Queste sono i termini utilizzati per definire quanto affonda la bombarda in modo libero, solitamente rappresentata dalla lettera " G ".

Una bombarda su cui leggiamo " 10 grammi - G3 " significa che stiamo usando una bombarda che pesa complessivamente 10 grammi , ma che in acqua affonda come se si utilizzasse un piombo puro da 3 grammi ; ciò dipende dal contrasto tra il peso dell'anima metallica e la galleggiabilità del corpo oppure, come nel caso delle bombarde Phantom , dal peso specifico del materiale plastico con cui sono costruite.
Capito tale concetto, ci si può fare ora, una domanda: " Se usassi una bombarda da 20 grammi - G3, otterrei, in pesca, il medesimo risultato? "
La risposta è NO.
Perché?
Perché entrambe, pur avendo in acqua lo stesso peso ( 3 grammi ), hanno corpi di volume diverso. La spinta dell'acqua dal basso verso l'alto è maggiore su quella col corpo più grosso e quindi, nella discesa libera è più lenta.
Per compensare questa differenza di velocità, l'esperienza insegna che basta un grammo di peso in più o in meno nelle rispettive “G.” delle due bombarde in questione. (10 gr. G.3 = 20 gr. G.4 oppure 10 gr. G.2 = 20 gr. G.3).

Un altro fattore molto importante è rappresentato dal fatto che l'anima in piombo, o similare, posta all'interno del corpo della bombarda può essere disposto in diverse posizioni: in avanti, in avanti e dietro, al centro e verso l'astina.

Tale disposizione permette alla bombarda di lavorare in modi differenti (assetto) che uniti ai vari tipi di recupero, moltiplicano in modo esponenziale le possibilità di pesca.

Le bombarde col piombo sistemato al centro o alle due estremità del corpo, navigano in posizione supina e quindi richiedono una conduzione prevalentemente a canna bassa, variando la velocità di recupero con repentini cambi di direzione a destra e a sinistra.
Le bombarde col piombo anteriore, hanno una predisposizione fisica alla discesa e alla risalita, rapide; quindi, sono particolarmente adatte ai percorsi strisciati a saliscendi alternando recuperi veloci a recuperi lenti.
Le bombarde invece, col piombo posteriore (verso l'astina) hanno in pesca la stessa sensibilità di quelle ad assetto supino ma, con la tendenza alla discesa per il verso dell'astina nei momenti in cui sono rilasciate. Tendenzialmente vanno recuperate a canna alta.
La costruzione della lenza è abbastanza semplice, bombarda, gommino di silicone per non schiacciare il nodo (probabile rottura), la girella tripla che favorisce molto la rotazione dell'innesco, un finale dello 0,16 - 0,14 la cui lunghezza dipende dal peso della bombarda, un amo compreso tra il nr. 4 e il nr.8 che dipende esclusivamente dell'innesco che si utilizza. Per facilitare un po' la gestione del terminale vi consiglio di utilizzare una lunghezza compresa tra 100 e 150 cm se si usa una bombarda da 8 a 12 grammi , da 150 a 180 se si usano pesi tra 15 e 25 grammi e oltre i 180 se si utilizzano bombarde molto pesanti da 30 in su. Per quanto riguarda il tipo di esche da usare, camole, caimani e lombrichi sono ottimali.
Consiglio, qualora si voglia pescare a notevole distanza con bombarde superiori ai 30 grammi , l'utilizzo del lombrico per evitare la rottura delle camole durante il lancio e quindi sprecare energie inutilmente.
Ricordo comunque che l'arma vincente per ottenere dei buoni risultati di pesca è il continuo allenamento, consiglio di frequentare laghi morfologicamente diversi in modo tale da incrementare la nostra esperienza rispetto ai comportamenti sempre diversi delle trote nei periodi dell'anno.

I PIOMBINI PER LO STRISCIO E LA TREMARELLA

Se nelle bombarde la velocità d'affondamento (G.) in acqua è determinata dal contrasto tra il peso dell'anima metallica e la galleggiabilità del corpo, nei piombini, che sono fatti di solo piombo, è determinata dal peso del piombo stesso e dalla sua forma.
Certo, molto conta anche la mano del pescatore che deve sorreggerli durante il recupero ma, senza un aiuto da parte del loro stesso corpo, anche la più abile delle mani sarebbe in difficoltà.
Partendo dal concetto fisico che una sfera di piombo lasciata cadere in acqua, arriva sul fondo prima della stessa schiacciata a foglia o resa sottile come filo di ferro, ben si capisce quanto sia importante nel piombino la forma fisica, soprattutto se associata al moto trainante dell'azione di pesca. Un esempio per capire quest'altro concetto, è la tavola da sci acquatico che, al traino di un motoscafo, è in grado di “sciare” sul pelo dell'acqua sopportando anche il peso di una persona. Lo stesso accade ai piombini lunghi e sottili che meglio di quelli corti e grossi, hanno la capacità di navigare in superficie.
Ecco perché in circolazione si vedono piombini tozzi e snelli. Non è un capriccio commerciale ma, un'esigenza tecnica.

Fra i tanti comunque, quattro i modelli selezionati dal mondo agonistico meglio conosciuti sotto il nome di: “Saltarello”, “Short”, “Slim” e “Super Slim” .
Per ciascuno di essi, ovviamente, una funzione. Ma, nella pesca 2+2 non fa mai 4 e perciò, non è da escludere a priori un loro utilizzo fuori regola come ad esempio, l'utilizzo di piombini lunghi e sottili sul fondo quando si tratta di sensibilizzare l'azione di pesca o di piombini tozzi in superficie quando, in partenza di gara, bisogna sveltire la manovra.
Il saltarello è in assoluto, il piombino più “aggressivo”, progettato per strisciare sul fondo e in particolare, su fondali accidentati. Corpo a goccia e astina direzionale, gli permettono di saltare gli ostacoli del fondo e, quindi, di limitare gli incagli. Ottimo in inverno con la tecnica di pesca omonima ed in estate nella pesca in profondità.
Grammature: da 2 a 12 grammi.
Lo Short è aggressivo quanto il Saltarello ma è particolarmente adatto nei recuperi in sospensione (mezz'acqua e superficie) su trote aggressive. E' rapido nei saliscendi subacquei ma, anche, estremamente permissivo nel lasciar passare, attraverso il corpo, i frenetici impulsi della tremarella.
Grammature: da 1 a 5 grammi.
Lo Slim è un piombino longilineo che, rispetto allo short, distribuisce i suoi grammi di peso su una maggiore superficie corporea. E' perciò meno irruente e quindi, adatto nella pesca di mezz'acqua e nei confronti di trote poco aggressive.
Grammature: da 1 a 5 grammi.
Il Super Slim , lo dice il nome stesso, è un piombino lungo e molto sottile. Nel comportamento in acqua, molto somiglia alla tavola da sci acquatico ed è perciò, ideale nella pesca in superficie a basse velocità di recupero. Ma, non solo. E' anche ideale nella tremarella “sussurrata” cioè quella tremarella stretta e delicata che spesso bisogna produrre per far abboccare le trote indolenti.
 Il “super Slim” ha una scala di grammature che sale di mezzo grammo alla volta ma, che purtroppo si ferma ai tre grammi. La ragione è che diventerebbe troppo lungo e quindi, fisicamente, troppo delicato.


PIOMBINI SPECIALI

Oltre ai piombini in piombo ci sono poi anche i piombini in vetro. Si chiamano “ Ghost ” ma i pescatori preferiscono chiamarli “ vetrini ”. Due le caratteristiche principali: la trasparenza e la minore velocità d'affondamento data dal materiale vetro che in acqua pesa il 40% meno che in aria. In parole povere: un Ghost di 4 grammi in bilancia, ne pesa 2,40 in acqua. Dunque, maggiori possibilità di pescare leggeri lanciando più lontano.

Anche per i Ghost vale il discorso della forma corporea per sfruttare al massimo la possibilità di averli plananti o affondanti a seconda le circostanze. Ci sono infatti, Ghost di tipo “Short” e Ghost di tipo “Slim”. La scelta dell'uno piuttosto che dell'altro sarà, in funzione della profondità di pesca e della velocità del recupero che il pescatore vorrà attuare.
Altro “piombino” speciale è la catenella si styls
Gli effetti che in pesca si ottengono con questa “lenza-piombino” (tale è in realtà) sono:
1) un affondamento più lento dell'esca rispetto ad un piombino “Superslim” di pari peso e quindi una maggiore capacità di “strisciare” in superficie a basse velocità di recupero;
2) un migliore contatto canna / esca che sensibilizza l'abboccata e la trasmissione della tremarella.
Ciò grazie alla distribuzione del peso degli styls su una maggiore lunghezza di filo che spesso supera i quindici centimetri. La catenella di styls è molto utilizzata nei laghi piccoli su trote schizzinose. Non è in vendita nei negozi di pesca perché è un prodotto facile da costruire e perchè i pescatori amano personalizzarsela. Ma per quanti tipi di catenelle si vedano in giro, nella sostanza, due soltanto sono quelle fondamentali su cui il pescatore può “giocare” con gli styls, sono: la catenella raggruppata e la catenella aperta.


La catenella raggruppata è lunga circa 15 cm ., è colma di styls del n° 20 e, normalmente, pesa attorno ai 4 grammi .
L' aperta invece, è lunga circa 40 cm . (anche 30 – 50), ha styls del n° 16 o del n° 18 con molta aria tra l'uno e l'altro e, normalmente, pesa attorno ai 2 – 3 grammi .
La loro costruzione tipo prevede:

  • girella sotto e sopra il tratto di filo scelto(tra 15 e 40 cm .) che deve essere di diametro sostenuto (0,22–0,25 mm.);
  • Styls quanti ne bastano per raggiungere il peso desiderato, del n° 16 – 18 o 20 schiacciati sul filo portante con un'apposita pinzetta.

E' tutto. Da sapere resta solo che 4 styl del n° 20 fanno un grammo e che le misure 18 e 16 sono più piccole della 20.

LE ESCHE

Le esche per la pesca alla trota sono molte, vediamone alcune:

LA CAMOLA DEL MIELE

La camola del miele è la larva di una farfalla che depone le uova negli alveari e che subito dopo la schiusa si nutre del miele (da cui trae il nome) e della cera dei favi.
Ne esistono di due tipi : quella piccola di colore giallo con sfumature grigie è reperibile in tutti i negozi di pesca, tenuta viva in scatoline di plastica contenenti appositi dischetti o strisce di cartone a struttura alveare.
Deve essere innescata da sola su un amo sottile a gambo corto del n.8 o 9.
Emette dei filamenti con cui si costruisce un bozzolo. L'altro tipo di camola del miele è più grande, di colore giallo tendente al bianco, non emette filamenti.
Leggermente più difficile da trovare in commercio, è conservata fra trucioli di legno.
La camola del miele, è un'esca valida soprattutto per gli inneschi rotanti destinati alle trote d'immissione,
può essere usata da sola o in coppia in modo che giri perfettamente, oppure assieme ad altre esche come il verme o il caimano. E' ottima anche in estate quando l'acqua è calda e le trote rifiutano qualsiasi esca.

La camola del miele va innescata su ami a filo sottile dal n.6 al n.8 a seconda che se ne usi una sola o in coppia. Generalmente è un'esca preferita più dall'iridea che dalla fario.


IL TEBO

Chiamato dai pescatori "camolone", il tebo è un'esca nuovissima essendo stata importata dal Cile dove vive nei tronchi degli alberi, scavando lunghe gallerie.
Si presenta come una grossa camola di 3 o 4 cm, di colore pallido, con il dorso più o meno rosso e la testa scura.
Non possiede nessuna corazza come il caimano quindi come caratteristiche assomiglia ad una grossa camola del miele. E' reperibile nei negozi di pesca tenuto in scatoline contenenti una strana pasta.
Viene utilizzato soprattutto dai garisti sulle trote d'immissione per convincerle ad attaccare grazie al particolare aroma che emana. Infatti a fine gara quando le trote non mangiano più perché sono spaventate o punte,
per cercare di prendere ancora qualche pesce (le trote prese nell'ultima ora valgono oro) i garisti cambiano esca e su un piccolo amo innescano un tebo sfruttando l'aroma che emana l'esca tentando di migliorare il risultato.
Si innesca da solo in modo naturale su ami che vanno dal n.4 al n.8 oppure in coppia con la camola del miele.


IL CAIMANO

Si tratta di una grossa larva di colore marrone chiaro, ricoperta da una dura corazza che garantisce un innesco robusto. E' reperibile nei negozi di pesca all'interno di scatoline contenenti una particolare segatura.
Viene utilizzato principalmente nelle gare  innescato in modo che giri perfettamente.
E' un'esca eccezionale che per la sua particolare consistenza e durezza è in grado di tenere bene anche dopo svariati lanci e recuperi senza sfaldarsi.
Va innescato infilando l'amo, normalmente abbastanza grosso, dalla coda per poi farlo uscire appena sotto la testa (la parte più grossa e scura). Data la sua consistenza è molto facile ferrare a vuoto, pertanto il caimano va impiegato con trote aggressive che attacchino l'esca con violenza e decisione.
Si innesca una sola camola alla volta su un amo del n.5 o in coppia con la camola del miele su un amo del n.6.


IL LOMBRICO

Può essere di vari tipi: di terra, californiano, olandese, veronese, e così via.
Lo si conserva in una cassetta di legno alta circa 25cm e dotata di un coperchio forato per l'aerazione. All'interno si preparerà una lettiera composta da vermi9 di terra, terra di letame e torba. Per i vermi olandesi si aggiungeranno pezzetti di giornale bagnati e ridotti in palline.
Cibo buono per tutti i vermi sono gli scarti di verdura.
Il tutto, sempre ben umidificato, dovrà essere tenuto in un ambiente fresco: i colpi di caldo sono letali. I vermi morti dovranno essere tolti immediatamente.
Come innescarlo:il verme sarà bucato sulla testa e fatto scorrere su per il gambo dell'amo (del n. 6-8). Oltrepassati il nodo e la paletta per circa 1,5 cm, si fa fuoriuscire la punta. La coda del verme dovrà essere troncata se sarà più lunga di 1cm. 

VERMONE E' un gigantesco verme di terra che si conserva come gli altri suoi simili più piccoli, meglio, però, se in una lettiera composta dalla terra del luogo in cui è stato raccolto. Lo si riconosce non solo per le dimensioni, ma anche per l'enello vicino alla testa e la pancia di colore più chiaro.
Il verme è da sempre l'esca più classica per la trota.
Con il termine generico "verme" indichiamo svariati tipi di lombrichi che possono avere spesso impieghi differenti. Noi parleremo dei tre tipi più importanti ed usati nella pesca al tocco in torrente e in laghetto : verme di terra, di letame e d'allevamento.

  • Incominciamo con il verme di terra : è il tipico lombrico che si trova nei prati, è molto grosso e lungo di colore rosa tendente al grigio, di solito se ne innesca solo metà, la parte più tozza per realizzare inneschi rotanti molto validi soprattutto per la trota fario d'immissione. Va innescato sull'amo infilandolo dalla testa (la parte più scura) per poi farlo fuoriuscire a circa un terzo della lunghezza, in caso sia troppo lungo tagliatelo due centimetro sotto l'amo.

    Per pescare le trote d'immissione con il verme da terra non abbiate paura ad usare ami molto grossi (rendono facile l'innesco e la rotazione) con gambo lungo, del n.2 o del n.4 ; invece per le trote selvatiche bisogna sempre usare ami più piccoli, gambo lungo del n.6 o del n.7 o se preferite ancora più piccoli.


Il verme di letame, in realtà è un mini lombrico che vive nel letame. Piccolo e sottile, è di colore rosso con riflessi verde-argento. Viene usato spesso in inverno per pescare con il galleggiante le trote svogliate sottoriva. Bisogna innescarlo in modo che non ci sia la rotazione, deve essere utilizzato su una montatura leggera che lo faccia lavorare nel modo più naturale possibile. Risultano più adescanti quelli prelevati da un letamaio vecchio perché sono meno acidi, attenzione ad innescarli sull'amo perché può fuoriuscire il liquido interno che é molto sgradevole.
Va innescato singolo o in coppia su ami del n.7 o del 10, a gambo lungo.

Il verme d'allevamento è il più utilizzato per le sue particolari caratteristiche.
Di colore rosso tendente al bruno, è una ottima esca per le sue dimensioni. Di diametro sui sei millimetri, una volta innescato tende ad allungarsi di meno a differenza dei suoi simili, per questa caratteristica durante la rotazione è molto più stabile e tiene bene anche le velocità più forti.
Viene utilizzato principalmente nelle gare, è facilmente reperibile nei negozi di pesca, conservato in scatoline di plastica tra terriccio umido e scarti di caffè.
Deve essere innescato su ami del n.2 o del n.4 come per il verme di terra.

Innesco corretto del Verme, in
 questo modo l'esca tenderà a ruotare su se stessa.

ZUCCHERINI

Si tratta di un'esca galleggiante costituita da un cilindretto in materiale spugnoso simile a una gomma da masticare ma molto più morbida. Vedrete molti pescatori che mentre si dedicano al nostro hobbie preferito ne mangiano qualc'uno. Sicuramente schifati, li vedrete subito sotto un brutto occhio, bhe, dopotutto sono proprio quei zuccherini che più o meno andiamo tutti pazzi comprandoli al bar. Comunque consigliamo di non mangiarli in nessun caso dato che molti vengono trattai con arome attiranti e particolari conservanti che non sono consoni all'alimentazione umana.

Generalmente chiamato "Zuccherino", più propriamente il suo nome è Mallows.

I mallows possono essere aromatizzati alla vaniglia o al formaggio e si gonfiano un poco nell'acqua circondandosi di un alone sapido molto appetito dalle trote.

I mallows si usano principalmente, e con risultati davvero ottimi nella pesca ferma sul fondo. Se utilizzati a striscio o a tremarella, lo zuccherino disperde in fretta la sua aroma rendendo necessaria una sostituzione molto frequente che rappresenta una notevole perdita di tempo.

Tuttavia, in virtù dell'azione galleggiante, si tratta di una validissima alternativa alla pallina di polistirolo per mantenere il boccone sollevato dal fondo.

In questo caso si innesca prima lo zuccherino, fino a coprire la legatura dell'amo, e poi si infila la camola o il verme.

In commercio esistono zuccherini di vari colori che conviene provare per trovare quello migliore a seconda della giornata. Il bianco, però, può rivelarsi un vero e proprio asso nella manica per la pesca di superficie nella seconda metà della primavera, quando il vento trasporta sull'acqua i bianchi.

ALTRO

IL MONOFILO

Nella pesca a striscio, la possibilità di raggiungere le distanze di lancio necessarie per insidiare le trote, non dipende soltanto dalla potenza della canna o il maggior peso della zavorra, ma deriva dal coordinamento di tutto un insieme di piccoli accorgimenti.Gli esperti  garisti sanno bene che, trascurare uno di loro, significa annullare totalmente i benefici apportati dagli altri.

La canna certo è importante, e importanti sono anche il mulinello o il gesto del lancio, ma il diametro del filo e la sua quantità caricata in bobina lo sono forse di più.

Il diametro ( simbolo Ø) rappresenta lo spessore del filo; esso è molto importante perchè scegliendo un monofilo di un diametro rispetto ad un'altro dovremo prendere in considerazione che cambiano anche le proprietà di tenuta e durezza dello stesso.

Infatti, si deve guardare con attenzione che non sia ne troppo rigido, ne troppo elastico. Poiché, in questo tipo di pesca, la lenza  viene svolta e riavvolta innumerevoli volte, avere un monofilo troppo rigido significa troppo spesso finire aggrovigliati in fastidiose parrucche, mentre avere un monofilo troppo elastico significa annullare la rapidità di risposta della canna in carbonio in fase di ferrata. 

La malleabilità di un filo sottile non è quindi paragonabile a quella di un'altro più grosso; il filo morbido rende fluido lo svolgersi delle spire in uscita dal rocchetto e riduce al minimo l'attrito prodotto al contatto tra filo e anello.

Il diametro 0,18 è il giusto compromesso tra fluidità e carico di rottura necessario all'estrazione al "volo" della preda. Ciò nonostante qualcuno azzarda addirittura l'utilizzo di uno 0,14 in bobina; in ogni modo si deve tenere presente che l'uno o l'altro diametro, da soli, non sono in grado di sopportare lo strappo di un lancio di bombarde pesanti 30 o 40gr, ma di pesche molto leggere tipo tramarella o saltarello leggero con zavorre che non superano i 10gr.

Altro elemento fondamentale è la tenuta al nodo. Infatti potremo avere il miglior monofilo in commercio, ma se non sappiamo come legarlo e rispettarlo, avremo di certo speso male i nostri soldi ugualmente. Vediamo quindi alcune raccomandazioni generali per la congiunzione di due monofili:

  1. Bisogna evitare, se possibile, la congiunzione di due fili con caratteristiche contrapposte, per esempio, uno rigido e l'altro più morbido. In caso contrario ne conseguirebbe che quello più rigido potrebbe indebolire l'altro, determinandone la rottura anche sotto l'effetto di una minima trazione.
  2. Gli avvolgimenti delle spire devono essere uniformi, come uniforme deve essere anche la tensione esercitata nel serrarle.
  3. Ogni pezzo di filo che dovrà sottostare alle tensioni di un nodo deve essere sottoposto ad un preventivo riscaldamento, passandolo 4 o 5 volte tra i polpastrelli del pollice e dell'indice.
  4. Prima di stringere le spirali larghe di un qualsiasi nodo è bene inumidirle per lubrificarle e facilitarne lo scorrimento durante la deformazione.
  5. A fine operazione ogni legatura dovrà essere sottoposta a una tensione uniforme ed energica.


CONSIGLIO ...    Molti frequentatori assidui di laghetti, nonché molti garisti, preferiscono all'inizio dell'anno di pesca, comprare molto filo (esistono in commercio bobine da 100 fino a 1000m, economicamente molto convenienti) che durante la stagione cambiano con frequenza, addirittura ogni volta che viene usato, al posto di comprare un filo costosissimo e di alta qualità per tenerselo in bobina  più mesi. Questo è spiegato dal fatto che, anche se il filo è buonissimo, si usura e corrode ugualmente soprattutto alla luce del sole e al contatto con l'acqua. 
E' sempre meglio quindi, per evitare sgradite sorprese, cambiare con frequenza il filo.

Se per il monofilo da imbobinare la scelta va fatta in base alla preferenza e alla fiducia riposta in una data marca, per il tipo da impiegare nei braccioli finali il discorso è diverso.

I trotisti hanno due esigenze: l'innesco deve ruotare vorticosamente sul proprio asse, e l'estrazione al volo della preda.
Alla perfetta rotazione dell'esca concorrono diversi fattori: le fattezze dell'amo, il corretto posizionamento dell'esca e l'uso della girella tripla. Ma anche il diametro del monofilo è importante: un piccolo innesco di due camoline girerà più vorticosamente se verrà legato a un filo sottile dello 0,10. La sottigliezza non oppone resistenza all'elica dell'innesco e inoltre lo carica di autotorsioni che poi vengono scaricati nella girella tripla.

Di conseguenza, nello striscio, la finezza del diametro del braccio finale non è consigliato solo per la minore visibilità, ma soprattutto perché facilita la rotazione dell'esca.

Bisogna però raggiungere un equo accordo con il "carico di rottura" che l'esperienza ha inquadrato nel diametro 0,16. 

Oggi il mercato offre dei monofili ottimi sotto tutti gli aspetti che, però, costano molto. Ma è un sacrificio che deve essere affrontato.

CONSIGLIO ... Ecco una tabellina che illustra i diametri dei monofili da utilizzarsi con le varie canne da striscio così da ottenere la migliore resa durante le fasi di lancio, recupero, ferrata e, soprattutto, di rotazione dell'esca. Ricordiamo che il diametro del filo della lenza terminale potrà variare, ma essere sempre inferiore a quello della lenza madre. La rotazione dell'esca è facilitata da un terminale sottile. 

Tipo di striscio Ø filo in bobina
terminale
Ø lunghezza
2-5 gr 14-16 12-14 40-80 cm
4-8 gr 16 14-16 60-100 cm
10-12 gr 16 16 150 cm
15-20 gr 16 16 150-200 cm
25-40 gr 18 16 150-250 cm

LE GIRELLE

La girella è un piccolo attrezzo che spesso da molti non viene neanche considerato.
Consiste in un filo di lega di ferro piegato e costruito in modo da formare normalmente due piccoli anelli uniti tra di loro da un cilindretto. Essa principalmente ha la funzione, data la sua forma, di migliorare il movimento della montatura impedendo che il filo di nylon si pieghi. Attrezzo veramente fondamentale per una buona battuta di pesca, in commercio ne esistono di molti tipi che si distinguono principalmente dalla presenza o no del moschettone. Con il moschettone vengono utilizzate per attaccare ad esempio alla lenza madre una montatura e permettere il ricambio veloce con un altra; può essere migliorata aggiungendo una o più girelle permettendo così allo stesso tempo una funzione di rotazione, con il moschettone presentano una o due girelle.
Senza il moschettone, vengono utilizzate normalmente solo per far girare meglio l'esca. Queste si usano nella parte finale della montatura, di solito sotto i piombi, una se si pesca con l'esca al naturale, doppia o tripla se si pesca a striscio con la rotazione.
Nel caso della pesca a striscio se non si utilizza almeno doppia dopo pochi minuti bisogna cambiare il finale perché, dato che la velocità di rotazione dell'esca è maggiore a differenza di quella del filo di nylon, si formerà inesorabilmente una parrucca ( il filo piegandosi si accartoccia su se stesso).
Le misure che si utilizzano di più nella pesca alla trota in torrente vanno dal n.12 al n.18.

GIRELLA TRIPLA

E' un piccolo accessorio molto importante soprattutto nella pesca della trota in laghetto e in torrente. Serve, come la girella normale, a demoltiplicare in modo più efficace la torsione del basso di lenza a cui è legato l'amo. Spesso in queste specialità si fa uso di inneschi così detti rotanti, ossia che girano su se stessi durante il recupero o sospinti dalla corrente attirando l'attenzione delle trote e stimolando l'istinto aggressivo. Nel girare sul proprio l'asse l'amo finisce per attorcigliare anche il nylon, vanificando l'azione dell'esca. Ecco perché è necessario mettere sulla lenza una girella tripla che annulli tale torsione. Le aziende specializzate nella pesca in laghetto hanno da tempo realizzato particolari girelle triple che servono benissimo a tale scopo. Esse si piazzano tra la zavorra e il finale di lenza.

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