
TROTA IRIDEA ( Oncorhinchus mykiss )
Nome: la Trota Iridea ha sempre rappresentato un problema di classificazione per gli ittiologi a causa delle sue innumerevoli forme e varianti. Infatti inizialmente venne classificata come Salmo Gairdneri per quelle distribuite sul versante Pacifico Nord-America, e come Salmo Mykiss sul versante Pacifico Nord-Asia. Successivamente studi più approfonditi hanno evidenziato che appartenevano più precisamente al genere Oncorhinchus e non al genere Salmo.
In Italia uno dei nomi più diffusi è "trota americana" (appunto per le sue origini derivanti dal continente Americano), "trota arcobaleno" o "trota Iridea" (per la sua caratteristica livrea ad arcobaleno/iride).
Origini: originaria del Nord America, la Trota Iridea è stata introdotta nelle nostre acque e quelle europee verso la fine del secolo scorso, presentando subito innumerevoli problemi di acclimatamento a causa delle diverse condizioni dell'ambiente e per questo raramente è in grado di riprodursi autonomamente.
Sul principio l'immissione in acque libere dette ovunque risultati deludenti, per l'incapacità dell'iridea di riprodursi nelle nostre acque, ma, a differenza della fario, la più facile possibilità di allevarla artificialmente dette poi il via ad una vera e propria industria di troticoltura, sia per ripopolare i corsi d'acqua, sia per incrementare un mercato ittico in continua espansione.
Riproduzione: nonostante la sua capacità di adattarsi all'ambiente, allo stato libero, la Trota Iridea raramente si riproduce nelle nostre acque. Questo perchè la femmina, raggiunge la maturità sessuale intorno ai due o tre anni, si trasferisce a valle in acque ricche di cibo, mentre il maschio sessualmente maturo a 2 anni, resta nei luoghi abituali. Inoltre la deposizione delle uova avviene tra novembre e marzo quando le acque più tiepide non sono indicate per una normale fecondazione, che a differenza della fario richiede acque a temperatura maggiore.
L'Inseminazione delle uova partecipano normalmente due maschi, uno più grande e l'altro più piccolo della femmina. Vengono deposte sul fondale (meglio se ghiaioso) da mille a cinquemila uova di colore rosa-arancione, del diametro di circa cinque millimetri, le quali si schiuderanno nel giro di un mese.
La crescita può variare notevolmente a seconda dell'ambiente in cui vive e come si adatta, generalmente comunque si sviluppa:
-
al 1°anno 10/15 cm
-
al 2° anno 20/25 cm
-
al 3° anno 30/40 cm
Qualche risultato positivo potrebbe aversi in bacini chiusi e nelle acque in cui siano assenti le fario, ma si tratta per lo più di casi sporadici e non sempre accertati.
Per questo l'Iridea viene fatta riprodurre artificialmente in stabilimenti ittiogenici consentendo così il costante ripopolamento di corsi d'acqua e laghi, dai quali sarebbe altrimenti scomparsa.
PESCE SPORTIVO
La Trota Iridea è in assoluto il pesce più insidiato nei laghetti di pesca sportiva, dove viene seminata giornalmente, grazie alla facilità di adattamento, e in particolare per il suo carattere aggressivo.
Caratteristiche Fisiche: simile nell'aspetto alla Trota Fario, presenta alcune caratteristiche marcate e sufficienti a consentire la distinzione fra le due specie. Infatti, l'Iridea ha l'apertura boccale meno ampia, il corpo più slanciato, il muso più tozzo e la testa più piccola. La coda è più incisiva, in contro ha tutte le altre pinne meno sviluppate.
la femmina ha il muso più arrotondato e corto rispetto a quello del maschio. La mascella inferiore non presenta la tipica forma a "becco" che distingue il maschio dalla femmina. La livrea tende ad essere più chiara nei periodi di riproduzione sempre rispetto al sesso opposto che si colora di un rosso-verdone vivo. Presenta all'interno della pancia, soprattutto in autunno, la presenza di due cordoni di uova rosa-arancioni.
-
il maschio presenta una mascella inferiore del muso, stretta ed allungata. Questa forma caratteristica della mascella viene chiamata in gergo "becco". Nel periodo che procede la riproduzione non è difficile notare, all'interno dei pesci, dei cordoni biancastri che costituiscono il seme per fecondare le uova.
Livrea: la livrea costituisce l'elemento più inequivocabile di distinzione tra la Fario e l'Iridea; sovente caratterizzata da una colorazione roso-purpurea (da qui l'appellativo di "trota arcobaleno") lungo tutta la linea laterale con sfumature verde bruno sul dorso, i fianchi sono leggermente più chiari con il ventre biancastro. Il mantello dell'Iridea ha una tipica punteggiatura fatta di tante piccole macchioline nere cha vanno dalla testa alla coda.
Mancano le macchioline rosse della fario.
Adattamento: seppur con tutti i problemi che ha avuto, e che tuttora ha, soprattutto nella riproduzione, la Trota Iridea si è adattata bene alle nostre acque. Questo è dovuto in particolare alla sua tolleranza in fatto di temperature, caratteristiche bio-chimiche, ossigenazione dell'acqua e popolazione, sopportando acque meno pulite. Per questo motivo, e anche perché cresce molto più rapidamente rispetto alla Trota Fario, viene fatta oggetto di attività intensiva di pescicoltura in Italia.
Dove trovarla: la Trota Iridea non ha un vero e proprio habitat particolare, infatti è dimostrato dalla possibilità di pescarla quasi ovunque. Le zone in cui le iridee sono più frequenti in torrente sono le acque schiumose, ai margini delle correnti più forti, dietro i sassi; rispetto alla fario, si dimostra più mobile e predilige le correnti piuttosto uniformi e non troppo violente dove può anche condurre vita di gruppo. Tenendo presente appunto non ama le forti correnti, la si può trovare pertanto nei punti in cui queste rallentano e il fondo sprofonda in buche e avvallamenti, oltre che all'ombra di alberi frondosi e sotto radici sommerse, arcate di pontili. La si insidia negli spazzi liberi e nei corridoi fra folta vegetazione acquatica, meglio se l'acqua è poco veloce.
NON SOLO LAGHETTO
La Trota Iridea non viene seminata solo in laghetto ma anche in torrente dove ha dimostrato di adattarsi molto bene ed essere efficace durante le gare di pesca sportiva. Da noi non riesce a riprodursi spontaneamente e per questo viene fatta oggetto di allevamento intensivo.
Parliamo di sicurezza.
La trota d'acquacoltura è un pesce sano, sicuro, controllato, che ama solo acque limpide e pure per crescere e svilupparsi, tanto da essere considerato il "termometro" della buona qualità delle acque in cui vive. Per questo motivo i moderni allevamenti ittici sono situati in prossimità di sorgenti, torrenti e risorgive, dai quali traggono le acque più idonee ad un corretto sviluppo della trota. Inoltre il pesce d'acquacoltura è estremamente sicuro, perché sottoposto a periodici controlli da parte delle ASL e di altri servizi sanitari pubblici, a differenza di quello selvatico di cui non sempre se ne conosce provenienza e habitat.
Crescere bene è fondamentale.
Negli allevamenti ittici italiani la trota è nutrita solo con farine di pesce e farine vegetali, cioè prodotti derivati da quegli stessi alimenti che il pesce trova in natura e con i quali si nutre. Non si deve inoltre dimenticare che il pesce d'acquacoltura viene seguito da medici veterinari nel corso di tutta la sua crescita, che dura dai 15 ai 36 mesi.
L'alimentazione è importante.
Un consumo regolare di pesce almeno una-due volte la settimana è consigliabile non solo a chi ha problemi di dieta, ma a chiunque voglia seguire un'alimentazione sana e corretta, per mantenersi in salute senza fare eccessivo ricorso ai farmaci. In particolare la trota, grazie alla bassa percentuale di colesterolo e alla presenza di grassi polinsaturi (tra cui gli Omega 3), assenti in altre carni, è ideale sia per il controllo dei trigliceridi (grassi), sia nel mantenere il sangue più fluido, e quindi ridurre il pericolo di problemi cardiovascolari.
Due parole sul gusto.
La trota d'acquacoltura non solo si fa apprezzare per l'alta digeribilità delle sua carni tenere e sode, ma è anche un pesce che arriva sempre freschissimo sulla nostra tavola poiché è prelevato giornalmente negli impianti d'allevamento in base ai quantitativi richiesti dal mercato.
Grazie alla bassa percentuale di grassi, la trota si può consumare in porzioni decisamente più abbondanti di altri alimenti come formaggi, salumi o carni rosse. Così il senso di sazietà è salvo… e la linea, pure!
Un occhio al tempo.
La trota è un'ottima idea da portare in tavola, soprattutto per chi ha poco tempo da dedicare ai fornelli e per chi ritiene di non essere un cuoco provetto. Infatti i moderni impianti d'acquacoltura offrono oggi non solo il pesce intero, ma anche trote in filetti già puliti e trote confezionate già private delle lische. Anche in cucina la trota sa farsi apprezzare con ricette veloci e semplici, che nulla tolgono al gusto e al piacere della tavola. Provate, ad esempio, la trota al sale o i filetti di trota alla pizzaiola… le ricette sono qui, pronte per voi.
"In considerazione delle sue ottime qualità organolettiche, delle sue comprovate virtù nutritive e della sua azione preventiva nelle malattie cardiovascolari, ritengo che la trota sia un'ottima alternativa alle carni tradizionali, da consigliare a chi voglia mantenersi in salute senza fare eccessivo ricorso ai farmaci. In particolare ritengo che la trota d'acquacoltura sappia offrire anche livelli di sicurezza, controlli e igienicità tali da poterla consigliare a chiunque oggi voglia seguire un'alimentazione sana e corretta."
Prof. Eugenio Del Toma, Primario Emerito,
ASL "San Camillo-Forlanini", Roma - Docente di Scienza dell'Alimentazione.
Composizione media dei principali alimenti proteici * (Valori x 100 gr. di parte commestibile prima della cottura) |
||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||
*Fonte: INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione **La composizione di questi grassi è caratterizzata da un contenuto di Omega 3 pari al 29% degli acidi grassi totali. Questi acidi grassi sono essenziali per lo sviluppo cerebrale, per la retina e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. |
IL COMPORTAMENTO DELLA TROTA IRIDEA ( Oncorhinchus mykiss )
Alimentazione: più vorace della Trota Fario, l'Iridea ha le stesse abitudini alimentari: larve e insetti (specie nel primo stadio giovanile), vermi, crostacei, avannotti e pesciolini (anche della stessa specie); uova d'altri pesci.
Rispetto alla Trota Fario, è d'indole meno pigra e diffidente, infatti lascia più volentieri la tana per andare a caccia di cibo, attaccando branchi di pesciolini. Spesso si avvicina anche agli stivali dei pescatori, attratta dalla semplice curiosità.
Può raggiungere gli otto chilogrammi di peso e la sua alimentazione può dirsi onnivora.
Comportamento: nella pesca alla Trota Iridea in laghetto a differenza che nei torrenti, è fondamentale pescare sempre sopra i grandi branchi che si formano in determinate posizioni a seconda della stagione. In torrente l'acqua del corso è più o meno della stessa temperatura quindi, se insidiamo l'Iridea sappiamo anticipatamente che si troverà in quella particolare posizione, che varierà a seconda dei mesi e cambiamenti climatici. In laghetto, il problema più grosso è quello di capire quali sono le posizioni in cui le trote andranno a mettersi, in funzione delle stagioni, delle condizioni del tempo e del laghetto, avendo a che fare con masse di acqua estese in cui la temperatura dell'acqua può variare notevolmente. Il problema si aggrava ancor di più se il laghetto in questione è di origine artificiale, derivanti da escavazioni di ghiaia e sabbia, in cui non si hanno punti di riferimento con rive e fondali uniformi.
Quindi, per trovare all'interno del laghetto i branchi di trote, dovremo far leva sul motivo che stimola il pesce a spostarsi da una posizione rispetto ad un'altra. I motivi dei spostamenti attribuibili alla Trota Iridea sono principalmente cinque:
- esigenze alimentari
- esigenze riproduttive
- temperatura dell'acqua
- livello di ossigenazione
- esposizione al vento
Questi fattori sono complementari tra di loro e varieranno tutti in rapporto alla variazione di uno solo di essi, quindi è bene prenderli tutti in considerazione allo stesso modo sapendo ad esempio che quando la temperatura dell'acqua si abbassa vuol dire che si entra nella stagione riproduttiva dove l'alimentazione della trota cambia, il livello di ossigenazione aumenta e a causa del freddo il vento reciterà una parte differente che in estate; il relativo posizionamento delle trote sarà infatti diverso.
In questa pagina non prenderemo in considerazione in modo particolare il comportamento delle trote a seconda delle stagioni, e quindi rimandiamo alle pagine specifiche la descrizione Vedi Primavera , Estate , Autunno, Inverno ; tratteremo in modo generale come comportarsi e "capire" un laghetto a prima vista.
-Entrando in un laghetto la prima volta, invece, capita spesso di rimanere disorientati ed è necessario un minimo di frequentazione per capire innanzitutto com'è fatto, quali sono i punti più profondi e come scendono le rive, e quindi imparare a prevedere il comportamento e gli spostamenti dei pesci nelle diverse stagioni-
LE BOLLATE: la situazione sicuramente più facile e che salta all'occhio maggiormente, per individuare i grossi branchi di trote, è quando sostando in superficie (o a pochi metri più sotto) immancabilmente qualcuna di queste salta fuori dall'acqua o "bolla" gli insetti sulla superficie. Quindi osservando fin da subito il laghetto potremo capire molte cose, da come mangiano, come si muovono e soprattutto dove si trovano .
Verremo facilitati, se sappiamo già precedentemente che la situazione si verifica maggiormente in primavera e autunno, quando le trote trovano a galla le condizioni ottimali. Nel primo caso perché i raggi del sole incominciano a scaldare i primi strati superficiali, così da rendere l'acqua del lago leggermente più calda che non in profondità; nel secondo caso, al contrario, perché gli strati più alti sono i primi a raffreddarsi dopo le torride temperature estive .
_ Il tutto, comunque varia molto, anche in relazione al tipo di lago, infatti un lago grande e profondo impiega molto più tempo a modificare la propria temperatura, risentendo meno degli sbalzi, quindi le trote tardano a modificare le loro abitudini. A risentire maggiormente della temperatura esterna saranno quindi i laghi più piccoli e i punti meno profondi, che sono i primi a scaldarsi e a raffreddarsi in seguito al mutare del clima.
IL VENTO: il vento è un'altro fattore importante per prevedere gli spostamenti delle trote. Infatti, il vento produce tre importantissimi effetti: il primo è che increspando la superficie dell'acqua, la riossigena, aspetto fondamentale per le trote dato che spesso i laghetti hanno un livello di ossigeno appena sufficiente per la loro sopravvivenza; secondo, è il relativo movimento di masse d'acqua, così da rimescolare il lago nei vari strati, portando l'acqua calda o fredda (a seconda delle stagioni) in profondità e in superficie; terzo fattore è che il vento porta sempre con se varie quantità di fogliame, insetti, polveri, ecc.. richiamando in superficie i pesci attratti dal rumore, sia per fame che per semplice curiosità, che provocano cadendo in acqua. Oltretutto c'è da sottolineare che le trote di allevamento sono abituate fin da piccole ad associare il rumore provocato dal vento, al mangime che veniva loro somministrato nelle vasche di allevamento, così accorreranno per verificare la presenza o non del cibo.
Quindi, una regola fondamentale in laghetto, sarà quella di capire subito in che direzione tira il vento (parliamo sempre di vento costante, non a raffiche), e successivamente pescare lanciando in direzione contro vento (dove il moto delle onde batte contro contro la riva) nelle zone in cui l'aria increspa l'acqua.
Torna Sopra